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Storia

La storia "documentata" ha inizio con un atto di donazione redatto nel 1161 da Gionata di Conza e di Carinola con il quale il Conte Normanno, col consenso della sposa Stefania e dei figli Riccardo e Goffredo, cedeva "la chiesa di S. Andrea, che è situata tra il territorio della città di Conza e quello del castello di Pescopagano unitamente alla giurisdizione sugli abitanti del luogo e alle terre situate intorno alla stessa chiesa.... in proprietà perenne alla chiesa di S. Maria dell'Episcopato di Conza".
L'origine del Casale, però, è controversa.
Secondo alcuni autori, dopo il terremoto del 990, che distrusse la città di Conza, e per il dilagare della malaria, i Vescovi abbandonarono la sede abituale di Conza e si stabilirono nel territorio di S. Andrea, dove da tempo degli agricoltori conzani si erano insediati in un nucleo abitativo intorno alla chiesa dedicata a S. Andrea.
Altri farebbero risalire le origini all'alto Medio Evo, quando durante l'occupazione longobardica (VI-VII sec.), si diffuse il culto di S. Andrea Apostolo ad opera dei Bulgari, chiamati in Italia dagli stessi Longobardi per ripopolare alcune zone al centro Meridione desolate a seguito della guerra con i Bizantini.
Mente i Longobardi rimanevano nei centri maggiori in rocche fortificate, i Bulgari si distribuivano nei "vichi" che presero il nome di "Casale di S. Andrea".
Dal 1161 fino alla soppressione della feudalità, il feudo di S.Andrea appartenne alla mensa Arcivescovile.
In seguito esercitarono il potere feudale le famiglie Del Balzo (XIV sec.), Gesualdo (XV sec.) e, sia pure in parte, le famiglie Ludovisi e Mirelli (XVII - XVIII sec.).
Nel corso del 1500 la mensa arcivescovile di Conza riacquistò alcune antiche prerogative.
Nel 1560 l'Arcivescovo Girolamo Muzzarelli (1553 - 1561) ottenne dalla "Regia Camera della Sommaria di Napoli" la conferma della esenzione dalla tasse per "l' Università di S.Andrea".
Dopo il Concilio di Trento, fu istituito nella diocesi il Seminario Metropolitano.
L'Episcopio di S. Andrea divenuto residenza abituale estiva degli Arcivescovi di Conza (quella invernale era Santomenna), fu oggetto di continui restauri e numerose modifiche ed abbellito con opere di pregio artistico.

 

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